Se il Marchese Gargallo, quando il Primo di Aprile del 1924, fondò la squadra di Calcio che portava il suo nome e che sarebbe diventata il nostro Siracusa, avesse avuto la possibilità di guardare in una sfera di cristallo il futuro della sua creatura dopo cento anni, avrebbe sicuramente strizzato gli occhi vedendo la squadra azzurra in serie D, seconda dietro Trapani di cui allora forse aveva sentito parlare solo per le saline e le splendide isole. Allora nemmeno esistevano queste categorie ed a parte il futuro un po’ più roseo che il Marchese sicuramente immaginava per la squadra della città culla della civiltà greca in Italia, si sarebbe un po’ confuso vedendo la dirigenza attuale, con un presidente toscano innamorato di Siracusa, lottare in questi giorni tra ricorsi e controricorsi per rimanere con la barra dritta. E poi, dopo cento anni, avrebbe visto la squadra giocare contro il Ragusa, che ai tempi del Marchese non faceva nemmeno provincia (sarebbe nata due anni dopo) ed era solo un comune del capoluogo Siracusano. Per non parlare delli complicatissimi calcoli per i ripescaggi, termine allora sconosciuto, che vedono il Siracusa ancora davanti a tutte le altre. tranne se qualche squadra blasonata di serie A non si dovesse passare il piacere di schierare una squadra under 23. Certo il marchese Gargallo sarebbe stato contento di giocare il centenario dentro uno stadio che ancora porta scritto sul portone principale il nome di Vittorio Emanuele, che era già Re d’Italia in quel Primo Aprile 1924. Uno stadio che in questi cento anni è stato spesso stracolmo, ma a volte con tanti posti vuoti. Per fortuna Gargallo non visse abbastanza a lungo per vivere la tragedia di Nicola de Simone e non conobbe i tre fallimenti della sua società. Una cosa avrebbe sicuramente fatto il Marchese: incitare la squadra, assieme alla città, per chiudere alla grande questo campionato e prendersi il primo posto tra le ripescabili. Girare la boa dei cento anni, iniziando con una vittoria contro i ragusani, sarebbe già una bellissima cosa. Magari con il Marchese Gargallo che ci guarda dall’alto. (📷M.Visicale)
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