E’ uscito oggi in tutte le librerie d’Italia “L’amore ci fa volare”. Il libro di Marika Scolla che nel sottotitolo riassume tutta l’essenza del suo percorso di vita “Storia di una famiglia che ha scelto di essere felice”. Marika ha impiegato tutta se stessa e gran parte della sua vita a raggiunge la felicità. Nel libro racconta la sua storia di mamma di due bambini affetti da una malattia genetica sconosciuta che ha reso la sua vita e quella di suo marito tremendamente difficile e complicata. Ma “l’Amore ci fa volare” non è solo un libro che parla di malattia, anche se racconta di innumerevoli ricoveri, consulti e continui tentativi delle più disparate cure per rendere migliore la vita di Sofia e di Gaetano che adesso hanno quattordici e otto anni, ma è anche un libro che parla di pace e di amore, di alti e bassi, di crolli e di rialzate, di fede immensa e di dubbi, di pianti e di sorrisi, di delusioni e di speranze. Di farfalle che Marika tiene ogni giorno con se ed accudisce con amore pur sapendo che non voleranno mai. Che non batteranno mai le loro ali. Il libro racconta tutto in maniera cronologica, addirittura dal primo ritardo del ciclo che porterà alla nascita di Sofia fino ai nostri giorni. Marika descrive anche le vicissitudini che ha comunque dovuto affrontare mentre la vita la metteva già a dura prova. La rinuncia alla laurea in Economia con solo l’ultimo esame da sostenere, La morte della madre, a cui era legatissima e che era stata di grande aiuto per accudire Sofia, ma anche la grande e progressiva ispirazione alla pace interiore, ed al viaggio a Medjugorje, organizzato quasi per voler completare il percorso spirituale intrapreso dalla madre che era già stata a Fatima ed a Lourdes. Un viaggio intrapreso con la famiglia e anche con Sofia, e una permanenza nei luoghi delle apparizioni mariane da cui Marika riceve momenti di spiritualità che gli rimarranno per sempre “perché nella vita c’è sempre un’altra realtà rispetto a quello che noi siamo, a cio’ che facciamo e che stiamo vivendo” . , Ogni ricovero diventa una speranza, una conoscenza in più, ma anche un duro scontrarsi con la realtà. L’Umberto I di Siracusa, L’Oasi di Troina, Il Garibaldi di Catania, il Gaslini di Genova. Ma anche i Dottori, che a forza di essere consultati ed interpellati sono diventate figure che hanno affiancato la vita di Marika e di Nello. Il Dott. Elia di Troina, con la sua paterna schiettezza e severità, che rimprovera Marika perchè nel corso di una crisi dei bambini viene disturbato il giorno di capodanno mentre era immerso nello studio. La dottoressa Failla “una seconda mamma” come piace definirla Marika, il Dott. Mattioli arrivato anche a Sortino per operare Sofia. Nel libro ci sono momenti che entrano nell’anima, come se chi legge fosse seduto accanto a Marika e Nello ad ascoltare le diagnosi. Come quando a Catania il Dott. Pavone dice ai ragazzi che Sofia non camminerà e non parlerà mai. Come quando Marika, il giorno della nascita di Gaetano, il secondogenito arrivato dopo una scelta fatta di amore e di speranza, dice per telefono alla dottoressa Failla che il bambino ha dei tremori e la dottoressa a stento trattiene il pianto, o quando il Dott. Elia pronuncia per la prima volta quell’acronimo che ha segnato la vita dei bambini “ACTL6B” la molecola presente nel loro DNA, ed in qualche lontano antenato di Marika e Nello. Da quel momento si scopre l’origine della malattia, ma non la cura che è ancora lontanissima. Ma non è solo un libro di sofferenze, ma anche un libro di colori, dei colori fantastici dei vestitini di Sofia che Marika sceglie con accuratezza per le cerimonie importanti e dei colori dell’arcobaleno che riempiono di speranza. Della grande unione dei due gruppi di parenti che diventano una sola squadra con la cognata Ada diventata quasi un’infermiera. E’ un libro di vacanze e di momenti spensierati che i ragazzi passano con gli amici. L’amicizia è al centro del cammino di Marika. Le sue amiche Lucia, Viviana e Sofia sono una parte importante della sua vita, spesso sono più di un sostegno psicologico, tante volte il loro aiuto si è rivelato prezioso anche manualmente. La bellezza di queste pagine si avverte scorrendole e leggendole, quando il dolore lascia spazio alla gioia interiore, ed è come se lo scoramento e le lunghe giornate in ospedale lascino spazio ad una grande forza inaspettata che cresce giorno dopo giorno. Ma al centro di tutto c’è l’amore per la vita, per la voglia di vivere che giorno dopo giorno sostiene Marika e Nello nella loro battaglia quotidiana. Ed è questo il messaggio finale che Marika vuole mandare con il suo libro “la vita è un dono troppo prezioso per per dare spazio all’autocommiserazione, alla tristezza, all’apatia, bisogna sempre illuminare nonostante esista il buio, ridere nonostante esista il pianto, volare, nonostante le ali siano spezzate“. Il libro si chiude con la voglia di Marika di andare al mare questa estate. Perchè la vita è un dono e deve essere vissuta.
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