È uscito in questi giorni ed è disponibile su Amazon “Gru di origami”, il primo romanzo di Eleonora Blundo, ragazza sortinese, che da anni vive e lavora in Giappone.
Il libro nasce diversi anni fa, dopo il trasferimento di Eleonora a Tokyo, capitale giapponese, per insegnare lingua e cultura italiana.
Scrivere un romanzo era uno dei sogni che lei aveva sempre accarezzato e, così, nel tempo che le rimaneva tra una lezione e l’altra, “Gru di origami” ha preso lentamente forma.
All’epoca, il mondo di Eleonora era racchiuso in un piccolo monolocale, nella capitale giapponese. “La scrittura è sempre stata una compagna, un modo per mantenere gli equilibri in un paese che, piano piano, è diventato casa” – dice Eleonora – “Mettere nero su bianco le cose mi aiuta a comprenderle meglio, a vederle sotto un’altra luce”.
Così, è nato il romanzo. Lentamente, un passo alla volta, anno dopo anno, ed è mutato più e più volte prima di raggiungere la forma attuale, quella con cui, rompendo gli indugi, è stato mandato in stampa.
Arrivare alla fine, però, non sembra essere stato facile. “Immaginavo che scrivere un romanzo fosse complicato, ma l’impresa lo è stata ancora di più. Inventare una storia, badare alle possibili incongruenze… Ecco” -conclude Eleonora – “ho capito che per scrivere un romanzo è fondamentale avere buona memoria e richiede un’attenzione quasi maniacale”.
Ma passiamo al romanzo. Il libro è una storia a più voci. Tre narratori si passano la parola per raccontare, da diverse prospettive, la storia di Anna: del suo passato, presente e futuro.
Le vicende della protagonista, tuttavia, si intrecciano al racconto di storie plurime, riguardanti altri personaggi, e sfiorano temi sociali come il bullismo e la violenza sul lavoro.
“Diciamo che non è il solito romanzo rosa” – ci tiene a dire l’autrice – ” È una storia complessa e articolata, che forse richiederà una lettura plurima per essere compresa davvero”.
Il titolo, “Gru di origami”, vuole essere una metafora degli esseri umani, con i loro pregi ma, soprattutto, con le loro imperfezioni.
“Il mio augurio è che il libro piaccia ai lettori e che, perché no, possa anche essere di ispirazione per qualcuno”.