Arriva il testo della lettera che i Sindaci di Melilli, Giuseppe Carta, di Priolo Pippo Gianni, di Augusta Giuseppe Di Mare e di Siracusa Giuseppe Carta hanno indirizzato al Ministro Urso in cui lamentano il loro mancato invito ai tavoli tecnici sulle problematiche della zona industriale.
“Appare pleonastico evidenziare che gli scriventi Sindaci hanno da sempre affrontato tali
problematiche non solo con un approccio costruttivo ma anche principalmente con equilibrio e
responsabilità istituzionale, ben consapevoli che bisogna coniugare tutela della salute dei cittadini,
salvaguardia dei livelli occupazionali e produttività del settore industriale strategico per il Paese.
Per mero scrupolo, con particolare riguardo al “Tavolo I.A.S.” tenutosi in data 21.11. u.s.,
si fa rilevare che il Comune di Priolo Gargallo e quello di Melilli conferiscono i reflui urbani
proprio nell’impianto biologico consortile oggetto delle vicende giudiziarie, alle cui sorti nel
prossimo futuro sono ovviamente e ragionevolmente interessati.
L’ottimismo posto sulla Sua autorevole iniziativa ministeriale, purtroppo, rischia
seriamente di dissolversi a causa della mancata convocazione ai tavoli tecnici suddetti dei
rappresentati del territorio e in particolare dei Sindaci dei Comuni che ospitano i colossi industriali.
Tale scelta ministeriale appare agli scriventi non solo ingiustificata ma costituisce
addirittura un “vulnus” che mina alla base quel percorso di condivisione Istituzionale necessario
per rilanciare effettivamente il sito industriale Augusta/Melilli/ Priolo Gargallo/ Siracusa. L’esclusione dei Sindaci dai tavoli tecnici sopra citati presieduti dalla S.V., rappresenta
sicuramente uno sgarbo istituzionale ma, ancor di più, una mancanza di rispetto nei confronti dei
cittadini di Augusta, Melilli, Priolo Gargallo e Siracusa ed una mortificazione per l’intero
territorio.
Pur non avendo potuto celare il nostro disappunto in ordine alla gestione del tavolo su
I.A.S., il forte senso delle Istituzioni che caratterizza il Nostro operato, ci impone – ancora oggi –
di rappresentarLe piena collaborazione nell’interesse del Paese”