cultura

Sortino.”U nummu ru Gesu” in trionfo di folla e con le farate in sicurezza.

Si è ripetuta ancora una volta la tradizione centenaria dei sortinesi che si svegliano nel cuore della notte per accompagnare il Cristo alla Colonna per le strade del paese. La lunga processione si è snodata, come sempre avviene, tra due ali di folla per tutti i quartieri del paese, con le consuete “farate” che questa volta sono state messe in sicurezza dai consiglieri comunali Gigliuto e Miceli,  dalla protezione civile comunale . Insomma non si sono ripetute le scene degli anni scorsi in cui i cumuli sempre più consistenti di legna iniziavano a costituire un pericolo per il modo in cui venivano fatti esplodere e per la presenza del metano in alcune vie del paese. Sempre bello il passaggio in corsa sul selciato della Chiesa Madre con il Cristo che, al contrario di quello che era accaduto gli altri anni, non e’ entrato in Chiesa, ristabilendo una tradizione che, con qualche critica, era stata cambiata anni addietro. Come sempre molto commovente il coro delle Benedettine del Monastero di Montevergine, con tanta gente che è non ha trovato posto tra la navata della Chiesa che mostrava lo splendido pavimento raffigurante “la pesca miracolosa” appena restaurato. Di grande spessore le parole di Fra Matteo Pugliares al momento della sosta del fercolo presso il Convento dei Cappuccini. Parole incentrate sulla figura della Madre che assiste alla morte del figlio. ” Gesù è condannato a morte: il giusto è vittima dell’ingiustizia. Gesù subisce la crudeltà del supplizio e dell’insulto: il mite è vittima della crudeltà Dobbiamo protestare, dobbiamo contrastare, dobbiamo lottare per sradicare ingiustizia e crudeltà: siamo troppo timidi e vili, siamo troppo distratti, siamo troppo ottusi. Dobbiamo chiedere a Maria di aiutarci a condividere il suo sentire, il suo vedere questo giusto che è il Figlio, questo mite che è il Figlio. Lo strazio che spezza il cuore non alimenta nella Madre la rabbia che cerca vendetta e rivincita, ma la contemplazione delle grandi cose che fa l’Onnipotente” ha continuato Matteo Fra Pugliares “Occhi e cuore di Madre sotto la croce del Figlio. La Madre sotto la croce raccoglie le ultime parole del Figlio. La testimonianza evangelica non insiste sul dolore, sulla scena cruenta, sul penoso soffrire e morire, piuttosto raccoglie le parole, trova il senso del dramma in quello che dice Gesù. E la Madre resta là, ancora pensosa: E se noi avremo costanza e fede, fortezza e docilità per stare sotto la croce riceveremo l’annunciazione, la nostra vocazione e, per grazia potremo dichiararne il compimento. (📷 A.Sudano)

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